A tegnapi napon teljesen váratlanul ért minket az a csodálatos hír, hogy az idei évben Alapítványunk Prima Primissima Díjat nyert. Ismeretlenül is hálásan köszönjük annak, aki jelölt minket, illetve a Prima Primissima Alapítványnak, hogy bekerültünk a nyertes szervezetek nívós csapatába.
A Díj nagyon sokat segít nekünk abban, hogy továbbra is lehetőségünk legyen magas színvonalon biztosítani az autizmussal élő emberek és családjuk ellátását.
Szívből gratulálunk a többi nyertes szervezetnek is és további sikeres munkát kívánunk nekik!
az Autizmus Alapítvány teljes stábja
8 hozzászólás
Dwight Treutel
szept. 11.
Chissà, magari tra qualche anno vedremo una categoria “Videogioco dell’anno con impatto sociale” anche in Italia. Intanto, continuiamo a giocare e a parlare di giochi che meritano. Alla fine, siamo noi a fare cultura, un pixel alla volta.
Kedvelés
Cherrie Tremblay
szept. 11.
Esatto. Il punto è che oggi il videogioco è un linguaggio come qualsiasi altro. Se usato bene, può far riflettere, emozionare, rilassare... magari anche educare. Sarebbe bello se i premi culturali lo capissero e iniziassero a includerlo.
Kedvelés
Hugh Roob
szept. 11.
Lo conosco! Mi ha tenuto incollato più di quanto voglia ammettere. A volte l’impatto non sta nella storia profonda ma nel modo in cui un gioco ti fa sentire. È come leggere una poesia leggera dopo un romanzo pesante: entrambe hanno il loro valore.
Kedvelés
Dwight Treutel
szept. 11.
Bravo! Tra l’altro, tempo fa mi sono imbattuto in un giochino semplice ma ipnotico, si chiama Chicken Road. Lo so, il nome sembra da ridere, ma ha una dinamica sorprendentemente avvincente. C’è anche una versione con elementi extra qui chicken road app .
Non sarà profondo come “Gris”, ma per rilassarsi dopo il lavoro è perfetto.
Kedvelés
Cherrie Tremblay
szept. 11.
Concordo. Anche io ho provato “Gris” e sono rimasto colpito. È quasi una forma d’arte. E forse proprio per questo servirebbero dei premi che riconoscano anche i videogiochi con valore artistico o sociale, non solo le “solite” opere.
Chissà, magari tra qualche anno vedremo una categoria “Videogioco dell’anno con impatto sociale” anche in Italia. Intanto, continuiamo a giocare e a parlare di giochi che meritano. Alla fine, siamo noi a fare cultura, un pixel alla volta.
Esatto. Il punto è che oggi il videogioco è un linguaggio come qualsiasi altro. Se usato bene, può far riflettere, emozionare, rilassare... magari anche educare. Sarebbe bello se i premi culturali lo capissero e iniziassero a includerlo.
Lo conosco! Mi ha tenuto incollato più di quanto voglia ammettere. A volte l’impatto non sta nella storia profonda ma nel modo in cui un gioco ti fa sentire. È come leggere una poesia leggera dopo un romanzo pesante: entrambe hanno il loro valore.
Bravo! Tra l’altro, tempo fa mi sono imbattuto in un giochino semplice ma ipnotico, si chiama Chicken Road. Lo so, il nome sembra da ridere, ma ha una dinamica sorprendentemente avvincente. C’è anche una versione con elementi extra qui chicken road app .
Non sarà profondo come “Gris”, ma per rilassarsi dopo il lavoro è perfetto.
Concordo. Anche io ho provato “Gris” e sono rimasto colpito. È quasi una forma d’arte. E forse proprio per questo servirebbero dei premi che riconoscano anche i videogiochi con valore artistico o sociale, non solo le “solite” opere.